Voci di donne nell’epica.Personaggi e modelli poetici femminili nell’Iliade e nell’Odissea

L’Odissea è uno dei testi fondamentali della cultura classica occidentale.
Perché ha voluto dialogare con Omero?

Perché Omero non smette mai di stupire, per gli spunti sempre nuovi che offre, e per le diverse prospettive da cui si possono osservare personaggi, eventi e relazioni.

Penelope, Calipso, Nausicaa, Circe, Elena, Andromaca…: Omero rende tali figure funzionali al percorso umano, emotivo, emozionale di un uomo.
Lei, invece, dà loro voce; le rende protagoniste, mutando la prospettiva circa il genere. Perché?

Perché la funzione di queste donne non è prettamente ancillare, in quanto esse si fanno portavoce di istanze che travalicano la dimensione dell’oikos per coinvolgere tutta la comunità all’interno della quale agiscono. La loro voce si inserisce inoltre in un più ampio panorama poetico femminile, per noi ormai irrimediabilmente perduto, ma di cui esse forniscono importante testimonianza.

Accanto al topos della tessitura che, in quanto metafora del canto poetico, diviene ora antitesi, ora cassa di risonanza per la parola femminile, e delinea il campo di azione delle donne omeriche nelle relazioni che esse intrattengono con il mondo esterno, qual è il filo conduttore che raccorda i vari personaggi?
I personaggi femminili che agiscono nei due poemi presentano personalità e voci poetiche alquanto diverse tra loro. Tuttavia, sono accomunate dalla comune appartenenza a un universo poetico femminile, sul quale modulano la loro esperienza e il loro modo die esprimersi, condizionando con le proprie parole e azioni il mondo eroico che le circonda.

Quali differenze o analogie è possibile cogliere tra le ninfe, le dee, le vergini, le maghe, le spose omeriche e le eroine della modernità?
Il contesto storico e sociale in cui i personaggi femminili dell’epica arcaica si trovano ad agire è naturalmente molto lontano da quello attuale. Eppure, anche in una società in cui alle donne era riservato un ruolo marginale, confinato entro le mura domestiche, esse trovano il modo per esprimere la propria voce, dimostrando un’autorevolezza, competenza, intelligenza e coraggio, che anticipa molte eroine della letteratura moderna.

Professoressa, l’epica classica è contemporanea? Può essere proposta senza ammodernamenti che strizzino l’occhio ai lettori?
L’epica arcaica affascina e rapisce con il potere della narrazione. I conflitti, le relazioni e le dinamiche interpersonali che essa propone parlano al pubblico odierno così come a quello di 2.500 anni fa. L’amore, il dolore, la gelosia e l’ira sono solo alcune delle passioni che muovono gli eroi di ogni tempo e, grazie alla loro portata universale, non smettono mai di far riflettere, appassionare e commuovere.

Cecilia Nobili è Professoressa Associata di Lingua e letteratura greca presso l’Università degli Studi di Bergamo nel settore disciplinare L-Fil-Let/02 (Lingua e letteratura greca). Cecilia Nobili si è formata all’Università degli Studi di Milano, dove ha conseguito il dottorato in Filologia, letteratura e tradizione classica, e ha poi usufruito di una borsa di perfezionamento post-doc presso il King’s College London. Ha conseguito l’idoneità a Professore di seconda fascia nei ssd 10D/2 (Lingua e letteratura greca) e 10D/4 (Filologia classica e tardoantica). Attualmente tiene i corsi di “Lingua e letteratura greca” per gli studenti di Lettere e Filosofia, il corso di “Storia letteraria delle donne nel mondo antico” e di “Forme della comunicazione letteraria nel mondo antico”. La sua ricerca scientifica è dedicata principalmente alla poesia greca arcaica, in particolare all’interrelazione tra epica e lirica, alla visualità e intervisualità nei testi letterari, alle donne nella poesia e alle poetesse, alle tradizioni locali. Si occupa anche di Romanzo greco e di epigrammi agonistici.

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